Trasformare le stalle in stelle
…e pensare che io avevo paura dei cani, o comunque non è che mi interessassero più di tanto! Sono entrato per la prima volta in un canile, quello a Santa Brera, più per stare con la mia compagna di allora, che per aiutare e dare una mano.
Il primo, violento e più indelebile ricordo risiede nell’ odore nauseabondo che mi contorceva lo stomaco, forte ed insopportabile a tal punto da rischiare di mettere fine dopo soli pochi minuti a quell’ esperienza di un sabato pomeriggio di paura. Volevo scappare.
Il secondo ricordo, il più importante, il punto zero, è lo sguardo di un cane al termine di uno di questi primi “Turni in Canile”: era inverno…ho incrociato il suo sguardo mentre mi poggiava le zampe addosso facendosi strada tra me e un altro cane che in realtà volevo salutare, in un box buio, ed era come se mi dicesse “portami via”. L’ ho fissata e mi sono commosso.
Quello è stato il momento esatto in cui ho sentito che non avevo più davanti dei cani, in quei tetri e puzzolenti box, ma anime come le nostre (che ho capito a breve essere più pure e migliori delle nostre) buttate là in una sofferenza cosmica e mortale, e che andavano aiutate.
Oggi, a distanza di 7 anni, mi ritrovo piacevolmente ad essere partecipe del “gruppo di persone” La Mia Ombra Scodinzola, che non smette mai di lottare per cercare di far adottare e rendere felici più cani possibili, trasformare la loro non-vita in un’ esistenza vera, gioendo insieme e lacerandoci spesso lo stomaco per assorbire tutto quello che accade intorno di negativo per far sì che la magia avvenga, un cane alla volta. Se queste parole che scrivo me le avessero fatte leggere anni fa non ci avrei mai creduto, avrei pensato di avere davanti un pazzo, ed invece ora non posso più fare a meno dei sabati pomeriggio in canile.
Lo ammetto, sono migliore adesso e grazie a loro.
Ah, quel primo cane l’ ho adottata, e quell’ odore truce ora è come profumo.
Davide